Ogni tanto mi capita di ricevere richieste di informazione o chiarimento da parte di psicologi-aspiranti terapeuti che, alle prese con la scelta della scuola di specializzazione, stanno prendendo in considerazione l'idea di frequentarne una universitaria. Naturalmente, le domande che mi vengono rivolte spesso si assomigliano: alcune più tecniche (ammissione, organizzazione, attività previste e impegno richiesto), altre di natura più "personale" (la mia esperienza, il mio grado di soddisfazione, ecc.). Per tale motivo ho deciso di raccogliere le risposte che in questi casi tendo generalmente a dare.
Fermo restando che tutte le informazioni fondamentali come piano di studi, cfu, monte ore del tirocinio, ecc. sono reperibili all'interno del bando di ammissione o del regolamento didattico (scaricabili rispettivamente qui e qui per l'a.a. 2017/2018), qui cercherò di dare maggiore spazio a informazioni meno accessibili e che hanno direttamente a che fare con la mia esperienza personale. Esperienza che, nello specifico, si sta svolgendo presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Per informazioni via via più aggiornate, vi esorto a mettervi direttamente in contatto con la Segreteria della scuola.
AMMISSIONE
L’accesso alle specializzazioni universitarie consta, almeno in Bicocca, di due prove: la prima scritta, la seconda orale. Di solito viene suggerita una breve bibliografia (4-5 testi) per prepararsi. Lo scritto generalmente consiste in una domanda aperta (tra tre possibili) da svolgere in circa due ore; l’orale, cui si accede previo superamento dello scritto, prevede – orientativamente – domande di contenuto (relative alla prima prova o ai testi indicati), motivazionali e una piccola prova di traduzione dall’inglese. Una volta superato anche l’orale e sommati i punteggi di prove e curriculum, vengono ammessi i primi 5 candidati in graduatoria (i primi 2 con borsa di studio).
NB: altri Atenei, come
Sapienza o Torino, regolano l’accesso alle scuole e alle borse di studio in
maniera diversa, quindi per maggiori informazioni vi consiglio di consultare
direttamente i loro siti.
ORGANIZZAZIONE E COSTI
Le scuole di specializzazione universitarie durano 5 anni. In Bicocca, l’anno accademico inizia il 1° novembre e si conclude il 31 ottobre dell’anno successivo. Nella prima metà di settembre è previsto un esame di passaggio d’anno, orale, basato sulla tesina nella quale si sono affrontate 2 situazioni cliniche seguite nel corso dell’anno.
Il “grosso” delle
attività della scuola è indubbiamente il tirocinio
(circa 700 ore dal primo anno e poi leggermente a salire). Le ore, afferenti a
settori disciplinari differenti (ad es. psicologia clinica, dinamica,
psichiatria, npi), possono essere svolte all’interno di una o più strutture. All’inizio
può essere utile distribuire il monte ore in diverse strutture, in modo da
avere una prospettiva più ampia sui possibili ambiti e le differenti modalità
d’intervento; eventualmente è sempre possibile “riunificare” il tutto per
concentrarsi su una specifica area di interesse.
Le altre attività della
scuola comprendono:
- supervisioni: generalmente il martedì, da gennaio a giugno, con i docenti della scuola a rotazione.
- lezioni: quasi sempre di mercoledì mattina, pomeriggio o mattina e pomeriggio. Anche se calendarizzate con discreto anticipo, sono l’attività meno prevedibile perché non hanno cadenza regolare (generalmente si concentrano da febbraio in poi, con picchi tra maggio e giugno/luglio, per una cinquantina di ore annuali). Si svolgono in modalità tendenzialmente seminariale e la frequenza è obbligatoria per almeno il 75% delle lezioni. Terminano al terzo anno.
- crediti liberi: si possono cumulare partecipando a seminari/convegni/conferenze di propria scelta.
In Bicocca, il costo complessivo della scuola (suddiviso in due rate, come solitamente accade per i corsi di laurea) è di 1500€.
- supervisioni: generalmente il martedì, da gennaio a giugno, con i docenti della scuola a rotazione.
- lezioni: quasi sempre di mercoledì mattina, pomeriggio o mattina e pomeriggio. Anche se calendarizzate con discreto anticipo, sono l’attività meno prevedibile perché non hanno cadenza regolare (generalmente si concentrano da febbraio in poi, con picchi tra maggio e giugno/luglio, per una cinquantina di ore annuali). Si svolgono in modalità tendenzialmente seminariale e la frequenza è obbligatoria per almeno il 75% delle lezioni. Terminano al terzo anno.
- crediti liberi: si possono cumulare partecipando a seminari/convegni/conferenze di propria scelta.
In Bicocca, il costo complessivo della scuola (suddiviso in due rate, come solitamente accade per i corsi di laurea) è di 1500€.
COMPATIBILITA' SCUOLA-LAVORO
Essendo una scuola universitaria, a livello legale l’unica incompatibilità è rappresentata dalla frequenza della scuola e da quella di un qualsiasi altro corso di laurea, dottorato o master universitario.
Per tutto il resto, va
da sé che un’occupazione flessibile potrebbe consentire di destreggiarsi meglio tra impegni lavorativi e tirocinio.
Personalmente, ritengo che un’attività libero-professionale già molto serrata o
un lavoro full time o con orari vincolanti siano più difficilmente conciliabili
con l’impegno della scuola. Impegno che è gestibile, ma richiede un
certo margine di manovra della propria agenda. In questo senso, il mio consiglio
è di fare un’analisi preliminare delle proprie disponibilità
ed eventualmente ipotizzare una riprogrammazione – realistica – delle stesse. L’altro
consiglio, però, è di non scoraggiarsi: le scuole di specializzazione (tutte) comportano sacrifici, ma penso debbano rappresentare anche una spinta
all’autonomia e dunque anche ad avviarsi professionalmente.
Nota logistica: è possibile frequentare la scuola da “fuori sede”. In questi casi il carico e l’investimento in termini di tempo, soldi e motivazione aumentano, ma alcuni degli enti convenzionati per il tirocinio si trovano fuori Milano, in altre province lombarde o in regioni limitrofe. Anche questo dovrà rientrare nel bilancio iniziale.
ORIENTAMENTO TEORICO DELLA SCUOLA
Al contrario degli istituti privati, le scuole di specializzazione universitarie generalmente si presentano senza un orientamento teorico definito. Non trovare un’etichetta teorica (psicoanalitica, cognitivo-comportamentale, sistemica-relazionale, ecc.) può incuriosire o destabilizzare. Non rischierò di confondermi? Non sarà pericoloso non disporre di una teoria di riferimento o affidarsi ad una qualche forma di eclettismo? Tutte questioni assolutamente pertinenti, che invito a porsi e ad affrontare.
Non nascondo che,
specialmente all’inizio, la cosa possa creare diversi dubbi e incertezze. Nella
mia personale esperienza credo che il rischio maggiore, ovvero quello dell’a-teoria,
venga scongiurato dal fatto che in nessun caso viene sostenuta o promossa la
mancanza di un adeguato e solido riferimento teorico. Le lezioni e soprattutto le
supervisioni sono strutturate secondo l’orientamento specifico del docente e in
modo da stimolare il ragionamento clinico e l’apprendimento di una cornice metodologica
e di tecniche d’intervento. Nello specifico, la specializzazione in Psicologia del
Ciclo di Vita della Bicocca si muove all’interno di una prospettiva psico(pato)logica
definita developmental e si avvale prevalentemente
di docenti di formazione psicodinamica, ma anche cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale.
In questo senso, in Bicocca gli specializzandi sono sistematicamente esposti a
diversi orientamenti ed abituati ad un confronto continuo; ciò detto, vengono anche
invitati, sulla base della propria inclinazione e/o dell’esperienza di
tirocinio, a “scegliere” una lente teorica definita (osservabile ad esempio
nella tesina di passaggio d’anno), che è naturalmente aperta all'influenza di
altri modelli, ma non nasce prettamente come integrata.
IN CONCLUSIONE
Inevitabilmente le
scuole di specializzazione universitarie presentano pro e contro.
Contro che spesso hanno a che fare con la maggior complessità della macchina burocratica pubblica o con le difficoltà che riguardano
trasversalmente la nostra categoria professionale (vedi sedi spesso
sovraffollate di tirocinanti, ritardi, attese). Tra i pro, invece, vi è l’esercizio
di importanti risorse come la capacità di adattamento e di autocritica, la
tolleranza all’incertezza e alla frustrazione (fondamentali in qualunque
percorso di formazione in psicoterapia). Ad ogni modo, ricordate che la scelta di
una scuola di specializzazione, privata o universitaria che sia, coinvolge
tanto la ragione (il bilancio di cui sopra) quanto l’istinto. In bocca al lupo!